giovedì 24 marzo 2011

Racconti gay: A volte ritornano...mai da soli...

Oramai avevo deciso, l'uomo che mi aveva quasi stuprato l'ultima volta sarebbe stato il mio maschio da monta. Ma non si faceva vivo da più di dieci giorni e, oramai certo che non ci sarebero stati altri contatti, decisi di girovagare in rete per completare la mia trasformazione.
Dopo due giorni di selezione ed altrettanti di attesa, ecco arrivare il pacco tanto atteso: un reggicalze nero con calze, un bel perizioma ed un baby doll trasparente; corro subito ad indossarli e l'eccitazione in un lampo arriva al cervello.


Non so resistere, la frenesia mi ha preso nuovamente, corro in bagno ed inizio una accuratissima depilazione terminata la quale mi ammiro nello specchio accarezzandomi le mie oramai liscissime parti più intime: ora sono veramente una gran troia anche esteriormente.
Ma lui non chiama.
Lunedì torno in ufficio e, tra una riunione e mille tabelle riapro la mia mail ciulerina quando...BANG...eccolo!! Clicco eccitatissima e leggo: mercoledì pomeriggio ti voglio per me. Gli rispondo che ci sarò e, contemporaneamente, faccio partire la richiesta di mezza giornata di ferie.
Finalmente il mercoledì arriva, corro a casa, perfeziono la depilazione, mi faccio una doccia e mi rendo pulitissima per riceverlo. Dal momento poi che ho deciso questa volta di sorprenderlo io, indosso anche l'intimo appena comprato coprendo il tutto con una vestaglia.
Quando suona la porta vado ad aprire con l'eccitazione che oramai ha superato i livelli di guardia, apro e sbarro gli occhi, mi ha fregata anche questa volta.
"Buon giorno signora, come le avevo annunciato per telefono siamo i due promotori finanziari, ci fa accomodare?"


Non mi aveva detto proprio nulla, ma che faccio ora? Sono in ballo e devo ballare...e poi il socio sembra promettere bene a giudicare dalla patta dei pantaloni molto tesa.
Mi sento la classica casalinga repressa che intravede lo spiraglio per dar sfogo alle sue voglie.
Li faccio accomodare sul divano e vado a preparare due caffè che, poco dopo, gli servo sedendomi in mezzo a loro.
Loro bevono il caffè e parlano dei loro servizi quando io accavvallo le gambe lasciando intravedere, sotto la modesta vestaglia, l'intimo provocante.
All'improvviso, i due intuiscono chi hanno di fronte, e senza proferir verbo mi aprono la vestaglia con violenza e mi divaricano le gambe.

Brutta troia, ma cosa c'è qui?
Uno stringe i capezzoli, l'altro prende forte il cazzo in mano, poi scende alle palle e quindi si fa largo da sotto, verso il buco...ehi, ma sei già bagnata ed aperta, dice infilando qualche dita senza nemmeno inumidirle.
I cazzi balzano fuori subito dopo, pronti ad essere succhiati; e così si va avanti fin tanto che uno dei due si mette in ginocchio ai piedi del divano, spalanca nuovamente le mie coscie e mi costringe ad alzare il culo; ci sputa sopra e mi incula senza troppi complimenti, a pancia su, con l'altro cazzo sempre in bocca.
Quando riesco a divincolarmi, abbandono la vestaglia e fuggo verso il primo piano; mi raggiungono sulle scale. Il primo che mi prende mi incula anche li, in piedi a novanta gradi appoggiata al mancorrentre; l'altro, da sotto, mi prende in mano il cazzo, lo stringe e lo schiaffeggia insultandomi: "brutta vacca, hai già il cazzo duro, non vorrai per caso godere?"
Fuggo nuovamente, ma i collant scivolano sul legno del pavimento e mi riacciuffano.
Mi trascinano in camera da letto dove uno di loro, quello con il cazzo meno grosso mi costringe a sedermi su di lui e ad affondarlo nel mio culo piegandomi verso di lui; in questa posizione mi è chiaro che sto per offrire il culo anche all'altro. E così è, il mio maschio da monta prova ad incularmi a sua volta.
Per quanto io sia una giumenta abituata a prendere uccelli di ogni dimensione, due cazzi insieme non li avevo mai presi prima. Quando il secondo si fa largo nel mio culone aperto provoca un dolore che mi fa urlare. "Zitta troia, che tra un pò ti piacerà"
Ed è così, passati pochi istanti, inizio a sentire un godimento mai provato prima nell'avvertire quelle due immense cappelle che mi rovistano nell'intestino e quei due bastoni che mi squarciano il buico del culo.
A fuggire non ci penso proprio più, ma son loro che dopo un buon quarto d'ora escono da me e, prendendomi per i capelli, mi buttano nella doccia.

Non so più nemmeno più come mi chiamo mentre ho gli occhi sbarrati sui loro cazzi durissimi da cui sfilano i preservativi; sono costretta a prenderli in mano ed in bocca un'ultima volta, ma dopo pochissimi tocchi mi ritrovo la bocca piena ed il corpo coperto della loro sborra.
Mi lasciano li, accovacciata nella doccia. Ho goduto con il culo almeno due volte, ma non resisto alla tentazione di segarmi, lo faccio e subito schizzo una sborrata che quasi mi colpisce in faccia.
Sono sfinita quando sento i loro passi risalire la scala: "ehi, zoccolona, non lo hai ripulito affatto bene questo cazzo" e me lo ricaccia in bocca.
L'altro ride con l'uccello in mano all'altezza del mio viso.
Mentre succhio il cazzo del mio maschio comprendo: che carini, hanno deciso di lavarmi con la loro doccia. E così è proprio mentre lo penso, la bocca mi si riempie all'improvviso colando lungo il corpo mentre l'amico inizia una lunga pisciata sul mio corpo ed io da sotto li accompagno lavando a mia volta me stessa.
Finalmente siamo appagati tutti e tre...chissà la prossima volta chi vincerà la gara delle sorprese?
Solo a questo punto, pieni e soddisfatti, mi buttate in bagno dove potrete coprirmi con la vostra sborra e ripulirmi con la vostra calda pisciata...